martedì 20 ottobre 2015

Dominick Cruz non teme Dillashaw: "Ecco perché vincerò…"

L'ex campione dei pesi gallo sbeffeggia TJ Dillashaw: "Questo è l’attuale campione dei pesi gallo, uno che si è fatto mettere ko da Dodson."






Reduce ancora una volta da un lungo stop per un infortunio al ginocchio, Dominick Cruz prepara il ritorno dentro l’Ottagono a gennaio, contro il campione in carica dei pesi gallo TJ Dillashaw e sprizza entusiasmo e la fiducia di sempre.

“Sono piuttosto su di giri,” ha ammesso ai microfoni della testata giornalistica messicana La Afición. “È stata dura perché mi sono fatto male un’altra volta e ho dovuto curare il ginocchio, ma questo ginocchio è stato molto più facile da mettere apposto rispetto al primo e ho lottato benissimo dopo due operazioni al crociato anteriore, perciò sono sicuro succederà lo stesso contro TJ.”

Il suo ultimo incontro risale al 27 settembre dell’anno scorso, a UFC 178, contro Takeya Mizugaki.
Una prova di forza straordinaria di ‘Dominator’, capace di sbarazzarsi del temibile giapponese in soli 61 secondi.
Mizugaki e Dillashaw sono diversi però. Cruz lo sa bene ma non è preoccupato.

“TJ non è Takeya Mizugaki: parliamo di due fisici completamente diversi, con abilità completamente diverse. Dovrò quindi fare alcuni accorgimenti in quell’incontro, però sono molto fiducioso nelle mie capacità e quando verrà il momento di lottare avrò la meglio perché mi sarò preparato meglio.”

Pur venendo da una palestra, il Team Alpha Male, che da sempre predilige il wrestling come disciplina base, Dillashaw spicca per il suo talento nello striking, non necessariamente violento, ma molto tecnico, rapido e caratterizzato da un ottimo gioco di gambe e costanti cambi di direzioni. Uno stile, per ammissione dello stesso TJ, inspirato nei movimenti di Cruz.
C’è chi si aspetta quindi che Cruz vorrà dimostrare la sua superiorità tecnica in quel reparto e mantenere la lotta in piedi, altri al contrario credono farà uso del wrestling per approfittare delle debolezze del campione dei pesi gallo.
Per Cruz, qualunque di questi approcci sarebbe semplicemente stupido. Ecco il perché.

“Non puoi andare a fare un incontro pensando che sarà monodimensionale, in un modo o nell’altro. È semplicemente stupido farlo. Facciamo un sport in cui se non usi tutti i mezzi a disposizione permessi ti auto-limiti. È come cercare di scavare un buco con un cucchiaio: perché dovrei scavare un buco con un cucchiaio se posso farlo con un martello pneumatico?
Io vado dentro e utilizzo tutti i mezzi disponibili quando lotto ed è per questo che è difficile prevedere le mie mosse. E questo è quello che farò contro TJ. Lo obbligherò a pensare costantemente e sarò più intelligente di lui quella notte. È per questo che vincerò.”

Durante la fase di recupero dall'infortunio, Cruz, già opinionista di Fox Sports, ha continuato ad andare in palestra, nell'accademia Alliance, in California, per aiutare i suoi compagni ad allenarsi e far crescere giovani promesse delle MMA come Erick Perez, José Alberto Quiñonez e Masio Fullen.

“Mi piacerebbe ci fosse un modo per dire ‘bene, il livello di questo fighter è questo e perciò arriverà fino a qui’, ma il problema è che le capacità tecnico-atletiche possono essere ad un livello e la testa ad un livello totalmente differente. Questo sport è così mentale che ti devi preoccupare più del cervello di un fighter piuttosto che delle sue abilità. Perché la notte dell’incontro entrambi ci saremo allenati il più duramente possibile; entrambi ci sarò allenati con lottatori d’élite per quello stile specifico che dovremo affrontare; saremo entrambi in forma; nessuno dei due se ne frega di prendere un pugno in faccia e cadere, perché entrambi ci rialzeremo e cercheremo di ucciderti comunque. Detto questo, essere un duro non è un problema; la resistenza non dovrebbe essere un problema; abilità tecniche non dovrebbero essere un problema; cosa realmente separa due fighter la notte dell’incontro? La loro mente.
La cosa più importante che uno deve imparare è credere. Credere che sia bravo abbastanza; credere che sia capace di imparare le tecniche; essere mentalmente aperti; mantenersi in forma.”

Dopodiché Cruz si è soffermato sull'importanza d'avere la cintura di campione nell'UFC e ne ha approfittato per mandare una - inattesa - frecciata a Jon Jones.

Cruz vs Mizugaki
“Ho vinto quattro cinture. Ne ho vinte due a WEC di cui nessuno sa e che nessuno considera e ne ho vinte due nell’UFC. Quindi ho avuto cinture e so quel che ti danno: non ti danno davvero niente, se non una cosa a cui guardi e pensi ‘wow, ho appena vinto questa e c’è già qualcun altro che può portarmela via’, per cui non ti appartiene neanche. La cintura significa davvero poco, anzi niente.
Quel che importa davvero è quel che impari di te stesso lungo il cammino verso la cintura; quel che fai per vincere la cintura in quell’incontro; quel che fai quando ce l’hai. Ti metterai nei casini, investendo la gente per strada e scappando dalla polizia o sarai una atleta rispettato e rappresenterai lo sport e te stesso in modo ammirevole? Tutte queste cose fanno un campione e il processo per diventare un campione. Non solo quella notte, solo quell’incontro, solo quella cintura. Essere un campione è molto più di questo. Questa è la differenza tra me e molti altri nella mia divisione a mio modo di vedere.”

Le ultime parole di 'Dominator' sono naturalmente dedicate a TJ Dillashaw, l'attuale campione dell'UFC che sfiderà il 17 gennaio a Boston.
Cruz (20-1), che non perde da quasi un decennio ed è imbattuto nell'UFC, è pronto a riprendersi le redini dei pesi gallo.

"È elementare: nella divisione, sebbene ci siano molti atleti emergenti, cosa cambia davvero? L’attuale campione della divisione ha perso da due avversari diversi all'interno della stessa divisione, uno dei quali l’ha messo ko ed era un peso piuma: Dodson. Questo è l’attuale campione dei pesi gallo, uno che si è fatto mettere ko da Dodson.
Detto questo, è veramente vulnerabile ed è già stato dimostrato. Nessuno è stato in grado di dimostrare che è possibile battermi dal 2007, quando avevo 21 anni e lavoravo 40 ore la settimana mentre mi allenavo. Quindi, tutto quello a cui questi ragazzi possano aggrapparsi per sperare di potermi battere è il fatto che sono stato fuori quattro anni. E questo è ciò che sarà spaventoso: che sono stato fuori quattro anni e che ti ho battuto lo stesso. A quel punto cosa fai?”