mercoledì 14 ottobre 2015

George St. Pierre difende Nick Diaz: "Così non ha senso"

L'ex campione dei pesi welter esce allo scoperto in difesa dello storico rivale: "Cinque anni sono troppi. Se posso aiutarlo lo farò"










Non solo amici e tifosi difendo Nick Diaz e abominano la condanna inflittagli dalla Commissione Atletica del Nevada.
Prima era stato Jeff Novitzky, responsabile del programma antidoping dell’UFC e collaboratore dell’USADA, a biasimare la condotta della NAC rivelando gravi lacune processuali.
Ora è la volta di George St. Pierre uscire allo scoperto, a due giorni dallo scadere della petizione in difesa di Nick Diaz - che nel frattempo ha oltrepassato la fatidica quota di 100.000 firme e verrà ora discussa nella Casa Bianca.

“Personalmente credo che cinque anni siano troppi,” ha detto GSP al sito canadese RDS. “In particolare quando pensi che Anderson Silva e altri hanno assunto sostanze dopanti e ricevuto sospensioni più leggere in comparazione.
Credo abbiano voluto farne un esempio per inviare un messaggio, dato che è un personaggio fuori dal comune, che parla molto e fa un sacco di rumore. Hanno voluto farne un esempio come hanno fatto alle Olimpiadi con Marion Jones, per esempio. Sfortunatamente, è successo a lui, ma credo che tutti abbiano diritto ad una seconda opportunità.”

Diaz è stato sospeso per cinque anni dalla NAC dopo essere risultato positivo a metaboliti della marijuana oltre il limite consentito dal regolamento.
Il test antidoping in questione è uno dei tre somministrati nello spazio di due ore a Nick Diaz la notte del 31 gennaio, a UFC 183. Quel test è stato l’unico ad essere stato condotto da un laboratorio non riconosciuto dalla WADA, l’agenzia mondiale dell’antidoping. Gli altri due test, effettuati dai laboratori della WADA, sono risultati negativi – o meglio, positivi, ma ben al di sotto della soglia consentita.
Nonostante ciò la NAC ha ignorato quei risultati e optato per condannare Diaz sulla base di quell’unico, dubbio risultato, senza neppure richiedere contro-analisi o rendere disponibile il campione incriminato per ulteriori analisi.
Il comportamento della commissione ha sollevato inevitabilmente un’ondata di proteste da tutto il mondo delle MMA e oltre, giungendo appunto fino alle orecchie della Casa Bianca.
Oltre all’iter processuale della NAC, sotto accusa è la stessa condanna, unanimamente considerata eccessiva e sproporzionata: cinque anni di sospensione equivalgono in termini pratici alla fine della carriera di un lottatore di MMA; in più, per marijuana, quando Anderson Silva per esempio, avversario di Nick Diaz in quella nefasta notte di gennaio, è stato condannato ad un anno per uso di steroidi.

“Sì, la marijuana è una droga, ma credo ci dovrebbero essere pene diverse per certi prodotti usati dagli atleti, perché così non ha senso,” ha affermato St. Pierre. “La marijuana può aiutare chi soffre d’ansia, però non ti rende più forte o più esplosivo. Non credo dovrebbe essere giudicata con tanta severità.”

GSP lottò e sconfisse Nick Diaz per decisione unanime a marzo del 2013, nel main event di UFC 158.
Per più di un anno, prima del loro incontro, Diaz provocò, insultò e schernì l’encomiabile St. Pierre, eppure il canadese si dice disposto a mettere tutto da parte e aiutarlo, se possibile, in questo processo.

“Nick è uno personaggio molto carismatico. Un sacco di gente parla di lui, ma non è uno che io detesti: non ho niente contro di lui. Ha detto molte cose prima del nostro incontro, ma è stato solo per promuovere l’incontro. Non l’ho presa a livello personale.
Abbiamo bisogno di uno come lui in questo sport e spero tornerà presto. Se posso aiutarlo in un modo o nell’altro, senza che mi metta in imbarazzo, sarà un piacere per me farlo. Lo stimo molto e gli auguro il meglio.”