UFC Fight Night 67, svoltosi Sabato notte a Goiânia, in Brasile, è stato un bello spettacolo, tanto dal punto di vista ambientale - ma in Brasile è una regola più che un'eccezione - come dal punto di vista degli incontri che hanno fornito una buona dose di azione, knockouts, sottomissioni, risultati a sorpresa e attese conferme.
L'evento principale, che ha visto di fronte Carlos Condit e Thiago Alves, ne è stato la degna conclusione, la classica ciliegina sulla torta. Visto il profilo di entrambi gli atleti, era da aspettarsi una battaglia campale, e battaglia campale è stata. Il che è quasi una sorpresa perché non è raro che in questi casi succeda esattamente l'opposto, con i due opponenti che trascorrono troppo tempo a studiarsi e in attesa che sia l'avversario ad aprire per primo le danze. Qui nessuno dei due contendenti si è tirato indietro e il risultato è stato uno scontro che non ha risparmiato nessun centimetro dell'ottagono, disputatosi tra violente combinazioni da ambe le parti, clinch, wrestling e tentativi di sottomissione, in piedi, incollati alla rete o al tappeto. Con tutti questi ingredienti nelle piatto potevano forse mancare sangue, ferite e knockout? E infatti non sono mancati.
Una lotta splendida insomma, anche perché condita di gesti tecnici importanti, non semplicemente la classica slugfest, come la chiamano gli americani - quelli degli USA -, un festival di mazzate. Uno spettacolo nello spettacolo.
L'unico neo è stata la stessa conclusione, anticlimatica. L'incontro avrebbe meritato un knockout "sul campo". Così non è stato, ma se il medico ha ritenuto troppo rischioso per Alves continuare, è giusto che l'abbia fermato.
Note positive anche per entrambi gli sfidanti.
Thiago Alves le ha prese e ha perso, vero, ma fino alla magistrale gomitata rifilatagli da Condit che ha segnato l'inizio della fine per il brasiliano, ha dato filo da torcere al suo avversario arrivando a vincere, a mio parere, il primo round. Alves è apparso aver recuperato la fiducia che sembrava avesse ormai smarrito e si è rivisto nei suoi quella fame di vittoria, quella violenza nei colpi e raffinatezza tecnica che lo avevano lanciato fino a lottare per il titolo. Restano delle ombre sul suo gioco al tappeto, in cui è stato ancora una volta dominato, ma bisogna dargli un'attenuante stavolta, perché ci è finito intontito dai colpi di Condit, non certo nelle migliori condizioni per difendersi.
Se riuscirà a mantenere alta la convinzione nei propri mezzi, sarà una mina vagante nella categoria già ricchissima dei pesi welter.
Su Carlos Condit vorrei poter spendere solo belle parole, perché è uno dei miei lottatori favoriti, perché è ritornato dopo più di un anno di assenza a causa di un grave infortunio ed ha confermato di continuare ad essere The Natural Born Killer, perché è migliorato, perché ha vinto e lo ha fatto per KOT (e siamo a 28 finalizzazioni su 30 incontri da professionista, un mostro). Vorrei poter fermarmi qui, ma è un lottatore che stimo così tanto che è preoccupante notare che ha mostrato, passato più di un anno, le stesse lacune che l'incontro con Tyron Woodley aveva messo senza dubbio in evidenza: il suo gioco difensivo.
Condit è aggressivo, un attacante nato, anzi, The Natural Born Killer, ma è come un guerriero che va in battaglia con la spada e senza lo scudo. E questo è sicuramente uno dei motivi per cui è tanto amato dai fans dell'MMA, purtroppo però rischia anche di essere uno dei motivi (il secondo è la difesa, aridáie, dei takedown) per cui forse non sarà mai un grande campione dell'UFC. Contro Alves si è lanciato spada in pugno nella lotta, ma l'ha rischiata grossa ed è stato centrato più volte dal brasiliano a mezza strada, aprendosi eccessivamente per innescare i suoi attacchi. Condit soffre il gioco di contrattacco e speravo vedere miglioramenti in questo aspetto. Di miglioramenti di fatto ne abbiamo visti però, nella fase offensiva, dove ha raffinato parecchio l'uso delle gomitate che gli hanno poi garantito la vittoria.
Risultato alla mano, il mio appunto sembra quindi un controsenso, ma la questione è la seguente: gli gioverebbe di più migliorare il suo già vastissimo repertorio di attacchi o rafforzare una difesa debole?
Per conquistare il titolo dei pesi welter, la risposta è senza dubbio la seconda; per continuare però ad essere uno dei lottatori più spettacolari e amati dal pubblico, per continuare ad essere The Natural Born Killer, forse la risposta corretta è la prima.
L'evento principale, che ha visto di fronte Carlos Condit e Thiago Alves, ne è stato la degna conclusione, la classica ciliegina sulla torta. Visto il profilo di entrambi gli atleti, era da aspettarsi una battaglia campale, e battaglia campale è stata. Il che è quasi una sorpresa perché non è raro che in questi casi succeda esattamente l'opposto, con i due opponenti che trascorrono troppo tempo a studiarsi e in attesa che sia l'avversario ad aprire per primo le danze. Qui nessuno dei due contendenti si è tirato indietro e il risultato è stato uno scontro che non ha risparmiato nessun centimetro dell'ottagono, disputatosi tra violente combinazioni da ambe le parti, clinch, wrestling e tentativi di sottomissione, in piedi, incollati alla rete o al tappeto. Con tutti questi ingredienti nelle piatto potevano forse mancare sangue, ferite e knockout? E infatti non sono mancati.
Una lotta splendida insomma, anche perché condita di gesti tecnici importanti, non semplicemente la classica slugfest, come la chiamano gli americani - quelli degli USA -, un festival di mazzate. Uno spettacolo nello spettacolo.
L'unico neo è stata la stessa conclusione, anticlimatica. L'incontro avrebbe meritato un knockout "sul campo". Così non è stato, ma se il medico ha ritenuto troppo rischioso per Alves continuare, è giusto che l'abbia fermato.
Note positive anche per entrambi gli sfidanti.
Thiago Alves le ha prese e ha perso, vero, ma fino alla magistrale gomitata rifilatagli da Condit che ha segnato l'inizio della fine per il brasiliano, ha dato filo da torcere al suo avversario arrivando a vincere, a mio parere, il primo round. Alves è apparso aver recuperato la fiducia che sembrava avesse ormai smarrito e si è rivisto nei suoi quella fame di vittoria, quella violenza nei colpi e raffinatezza tecnica che lo avevano lanciato fino a lottare per il titolo. Restano delle ombre sul suo gioco al tappeto, in cui è stato ancora una volta dominato, ma bisogna dargli un'attenuante stavolta, perché ci è finito intontito dai colpi di Condit, non certo nelle migliori condizioni per difendersi.
Se riuscirà a mantenere alta la convinzione nei propri mezzi, sarà una mina vagante nella categoria già ricchissima dei pesi welter.
Su Carlos Condit vorrei poter spendere solo belle parole, perché è uno dei miei lottatori favoriti, perché è ritornato dopo più di un anno di assenza a causa di un grave infortunio ed ha confermato di continuare ad essere The Natural Born Killer, perché è migliorato, perché ha vinto e lo ha fatto per KOT (e siamo a 28 finalizzazioni su 30 incontri da professionista, un mostro). Vorrei poter fermarmi qui, ma è un lottatore che stimo così tanto che è preoccupante notare che ha mostrato, passato più di un anno, le stesse lacune che l'incontro con Tyron Woodley aveva messo senza dubbio in evidenza: il suo gioco difensivo.
Condit è aggressivo, un attacante nato, anzi, The Natural Born Killer, ma è come un guerriero che va in battaglia con la spada e senza lo scudo. E questo è sicuramente uno dei motivi per cui è tanto amato dai fans dell'MMA, purtroppo però rischia anche di essere uno dei motivi (il secondo è la difesa, aridáie, dei takedown) per cui forse non sarà mai un grande campione dell'UFC. Contro Alves si è lanciato spada in pugno nella lotta, ma l'ha rischiata grossa ed è stato centrato più volte dal brasiliano a mezza strada, aprendosi eccessivamente per innescare i suoi attacchi. Condit soffre il gioco di contrattacco e speravo vedere miglioramenti in questo aspetto. Di miglioramenti di fatto ne abbiamo visti però, nella fase offensiva, dove ha raffinato parecchio l'uso delle gomitate che gli hanno poi garantito la vittoria.
Risultato alla mano, il mio appunto sembra quindi un controsenso, ma la questione è la seguente: gli gioverebbe di più migliorare il suo già vastissimo repertorio di attacchi o rafforzare una difesa debole?
Per conquistare il titolo dei pesi welter, la risposta è senza dubbio la seconda; per continuare però ad essere uno dei lottatori più spettacolari e amati dal pubblico, per continuare ad essere The Natural Born Killer, forse la risposta corretta è la prima.