lunedì 20 luglio 2015

RONDA ROUSEY SU CRIS CYBORG: "HO QUESTA IMMAGINE..."

A meno di due settimane da UFC 190, Ronda Rousey ha dure parole per Bethe Correia e Cris Cyborg.








GLENDALE, CALIFORNIA - In un'ampia conferenza stampa nella "sua" palestra Glendale Fighting Club, Ronda Rousey risponde ai giornalisti e parla senza peli sulla lingua della sua prossima avversaria Bethe Correia, di Cris Cyborg, lottare in Brasile, la carriera e i piani futuri, la famiglia, la madre e gli amici.

Vi proponiamo qui i momenti più interessanti dell'intervista e il primo tema non poteva che essere la sua prossima avversaria: la brasiliana Bethe Correia, che Ronda affronterà il 1º di agosto a UFC 190, a Rio de Janeiro.

Giornalista: Non dimentichi facilmente le cose. Stai per affrontare un’avversaria che ha fatto delle dichiarazioni piuttosto rudi su di te.

Ronda Rousey: Sì, la rivincita è un piatto che si serve freddo. Faccio del mio meglio per non essere impulsiva in queste cose, perché penso che un nemico metodico è il peggiore che si possa avere. La gente dice certe cose per far si che mi scaldi e io cerco di fare l’opposto e reagire al momento più opportuno per me.

Giornalista: Credi avrai tifosi in Brasile?

Ronda Rousey: Spero di sì! Amo il Brasile, ma sai, anche se non dovesse succedere, non mi offenderei. Hanno tutto il diritto di tifare per la loro atleta, per il loro paese. Ma sarebbe davvero bello avere un momento alla Rocky e avere il pubblico che inizia a tifare per me. Sarebbe bello, ma non diventerei matta se mi coprissero di fischi un’altra volta, l’hanno già fatto prima e lo apprezzo perché ci tengono. Tutto quel che voglio è che ci tengano.

Giornalista: [Bethe Correia] Ha reso questo incontro più personale secondo te?

Ronda Rousey: Certo. È sicuramente l’incontro più sentito che ho mai avuto. Fare commenti così insensibili sul suicidio, quando sa quanto ha inciso su di me e sul mio passato e poi le sue scuse totalmente false, che non sono nemmeno stato scuse perché si è auto-elogiata per l’umiltà avuta nel chiedermi perdono. Chiedere perdono non è essere dispiaciuti. In realtà ha fatto finto di non sapere e questo mi offende quanto le parole che aveva detto in precedenza. Ci sono così tanti episodi della mia vita che lei ha commentato - in realtà appena dopo la pubblicazione del mio libro – che sono molto meno conosciuti della storia di mio padre e della mia famiglia. Quindi stai offendendo la mia intelligenza se ti aspetti che creda che conosci quegli episodi e non gli eventi che più hanno marcato la mia vita.

Giornalista: Sei preoccupata del fatto che potresti farti prendere dalle emozioni, dato che questo è l’incontro che più senti?

Ronda Rousey: No, perché lottare è il mio modo di staccare da tutto ciò, per questo amo farlo. Quando lotto non c’è passato, non c’è futuro, c’è solo il presente, quello che sta succedendo in questo momento. Non ci sono emozioni, esiste solo una situazione, decisioni e priorità. Lottare è sempre stato la mia via di fuga dalle emozioni.

Giornalista: Credi che si sia meritata di lottare per il titolo?

Ronda Rousey: Credo se lo meriti. È imbattuta e ha un sacco di gente a sostenerla. Un sacco di gente è interessata a quest’incontro e la gente ama tutta questa vicenda. Il modo in cui si è comportata l’ha aiutata ad ottenere un incontro per il titolo. Voglio dire, io stessa ho cercato in precedenza di agevolarmi l’accesso ad un incontro per il titolo, quindi non posso biasimarla per questo, ma il modo in cui l’ha fatto lei…non mi importa che mi attacchino, perché questo è il mio lavoro e l’ho scelto io. Però nel momento in cui mettono in mezzo e offendo la mia famiglia è quando capisco che devo dare una esempio. Ho bisogno che tutte le altre ragazze vedano quel che le è successo e decidano che questo è un esempio che non seguiranno.

Giornalista: È iniziato tutto da quel commento sul suicidio o non ti piaceva già prima?

Ronda Rousey: Non mi piaceva neanche prima a causa del modo in cui ha mancato di rispetto a Jasmine e Sheena dopo averle battute. Ma, voglio dire, questo si può ancora capire da un punto di vista di marketing. Quelle ragazze hanno scelto questa carriera, hanno scelto di mettersi in situazioni simili e si sono predisposte a certe cose, per cui quello lo posso capire. Non lo lascerei passare perché io sono come mamma orsa e non posso lasciare che qualcuno infastidisca i miei cuccioli, ma quando arriviamo al punto in cui lei se la ride a riguardo del suicidio e di come ha profondamente colpito la mia famiglia, si è davvero andati troppo oltre. Aveva già ottenuto l’incontro; il clima era già sufficientemente caldo per l’incontro; non ce n’era assolutamente bisogno e…tirare in ballo la mia famiglia…non se lo meritano, non l’hanno mai chiesto e devo assicurarmi che nessuno mai più proverà a farlo.

Giornalista: Pensi di essere in svantaggio perché lotterai col tuo avversario a casa sua, in Brasile?

Ronda Rousey: Si può dire che sia uno svantaggio, ma preferisco pensare che sono sufficientemente forte perché qualunque svantaggio che io abbia e qualsiasi vantaggio che loro abbiano non sia abbastanza per battermi. Fin da piccola, ogni campionato del mondo, ogni importante torneo nella mia vita non ho avuto il vantaggio casalingo: è qualcosa a cui sono abituata. Sono abituata a presentarmi in un paese dall’altra parte del mondo il giorno prima dell’incontro, pesarmi al mattino e combattere un’ora dopo: questo è un lusso per me. Rio in realtà era uno dei miei luoghi portafortuna per lottare, per il rumore della folla e per la pressione che tirano fuori il meglio di me. Ho vinto i campionati Pan-americani là, con il Brasile in finale, con Mayra che è poi diventata una straordinaria judoka da allora; sono così orgogliosa di poter dire anche solo di aver lottato contro di lei quando era ancora agli inizi. Tutti in Brasile la adoravano e mi odiavano tutti, mio dio se mi odiavano! Poi ho vinto e mi hanno fischiato fino alla porta d’uscita cantando ‘morirai’ e mi piace, mi piace che ci tengano così tanto. Sai in quanti palazzetti ho lottato in cui non c’era quasi nessuno, silenziosi e ti soffoca, come lottatore, essere in quel tipo di ambiente. Quando la folla grida tutta la sua rabbia riesco a respirare.



Giornalista: Come credi che sarà per tua madre quest’incontro? Perché hai sempre detto che non vuoi farla preoccupare ma hai anche detto che quest’incontro sarà diverso dagli altri.

Ronda Rousey: Sarà un po’ più duro per lei a livello nervoso, ma sarò così dominante ogni singolo secondo dell’incontro che anche se durerà più a lungo non dovrà vedere la sua bambina venire colpita. Questo è quel che succederà.

Giornalista: Cosa ti spinge? È necessaria la rabbia verso l’avversario o ci sono  altre motivazione?

Ronda Rousey: Quel che mi ha motivato è stato prima la voglia di restare imbattuta, poi di dimostrare che tutti coloro che dubitavano che ce l'avrei fatta si sbagliavano e ora quel che mi motiva è di entrare nella storia. Voglio dire, ogni singolo avversario ha tutta la mia attenzione concentrata su di se, ma sto cominciando a pensare di entrare nella storia, alla mia carriera come un tutto, voglio essere quel atleta dominata che si ritira imbattuto all’apice della carriera. C’è un sacco di lavoro da fare prima che possa sentire di aver raggiunto questo obiettivo.

Giornalista: Perché hai scelto di lottare in Brasile?

Ronda Rousey: Perché? Poiché l’incontro era sceso ad un livello così personale che volevo batterla nel modo più devastante possibile, ossia davanti alla sua propria gente. In realtà, prima che questo succedesse, sono andata in Brasile per un’apparizione pubblica e la gente è stata così fantastica e straordinaria! Continuavano a chiedermi ‘quando verrai qui a combattere Ronda? Quando verrai qui?’ e ho promesso loro ‘troverò un modo di venire qui a lottare, lo prometto’. E sono una donna che mantiene la sua parola, quindi ho intravisto un’opportunità di andare là a combattere ed ho voluto offrir loro quel che volevano e quel che avevo promesso. È per questo che ci vado.

Giornalista: Non puoi predire il futuro, ma credi che l’incontro con Cris Cyborg avverrà?

Ronda Rousey: Spero di sì. Spero di sì, davvero, ma dipende tutto da lei. Non mi metterò a correrle dietro, non se lo merita. È una frode che è stata smascherata e, sai, se riesci a lottare a 154 (libbre) pompata di steroidi, puoi smetterla di usarli e scendere di peso.

Giornalista: E se ti ritirassi imbattuta, difendendo sempre il titolo ma senza lottare contro di lei, avresti una parte di te che sarebbe delusa per non aver mai avuto la possibilità di farlo?

Ronda Rousey: Mi piacerebbe lottare con lei. Ho questa immagine in mente, in cui nel mio ultimo incontro faccio un c**o così a Cris Cyborg e poi, quando Dana mi mette la cintura per l'ultima volta, me la tolgo e gliela restituisco. Ma sai, se non si decide, io vado avanti, posso fare altre cose nella mia vita. Lei è che cadrà nel dimenticatoio quando mi ritirerò.