A due giorni dal processo, Anderson Silva divulga il testo della sua difesa contro l'accusa di doping.
Stimolanti sessuali e ansiolitici.
È questa la tesi fornita
dall'entourage di Anderson 'The Spider' Silva per spiegare la
presenza di drostanolona e androsterona (sostanze anabolizzanti)
rilevata dai test anti doping effettuati prima e dopo l'incontro con
Nick Diaz del 31 di gennaio, a UFC 183.
La documentazione pervenuta a Combate.com è la stessa che è stata inviata al Comitato Atletico del Nevada
(NAC), l’organismo incaricato di giudicare la positività alle
analisi antidoping accusata del brasiliano.
I test in questione sono quattro: un
primo effettuato a sorpresa il 9 di gennaio, uno avvenuto prima
dell’incontro e due dopo l’incontro.
Per due di loro, la difesa ha richiesto
l’invalidamento perché i loro risultati, sebbene i campioni
fossero identici, hanno dato esito diverso: il laboratorio Sports
Medicine Research and Testing Laboratory (SMRTL) aveva rilevato la
presenza di drostanolona, mentre i risultati elaborati dal centro Quest
Diagnostics erano stati negativi.
Il test a sorpresa del 9 di gennaio ha evidenziato la presenza di drostanolona e androsterona
nel campione d’urina, mentre nel campione di sangue prelevato dopo
l’incontro sono state incontrate tracce di ansiolitici: il
temazepam e l’oxazepam.
Per quanto riguarda i due ansiolitici,
Anderson Silva ammette di averne fatto uso, la notte anteriore
all’incontro, per rimediare all’insonnia causata dall’ansia di
ritornare a combattere dopo più di un anno fuori, a causa del seria
frattura patita alla gamba sinistra contro Chris Weidman a UFC 168. Nel
documento viene però chiarito che lo stesso Silva ne aveva
dichiarata l’uso nel questionario medico antecedente l’incontro,
firmato e consegnato prima dell’uso di quei farmaci.
In relazione alla drostanolona, la
difesa argomenta che provengono da stimolanti sessuali utilizzati dal
brasiliano che, analizzati dopo aver preso atto della positività del
test antidoping, hanno confermato la presenza di metaboliti di
drostanolona.
Per concludere, il documento spiega che
l’androsterona è il risultato di una probabile contaminazione di
un supplemento, non specificato, utilizzato durante il training camp.
Oggi inizierà l'udienza, non facciamoci però illusioni:
Anderson Silva non è innocente. Né l’ignoranza, né la buona fede
sono ammesse dalla legge – come non è ammesso rubare e difenderti
dicendo che non sapevi fosse proibito farlo, o dire che l’hai fatto
per dare da mangiare ai poveri.
Gli argomenti presentati dal suo
entourage - esclusa la richiesta di scartare i risultati di due test
– sono attenuanti, non dichiarazioni di innocenza. Quel che sperano
di ottenere probabilmente non è neanche una riduzione della pena.
Vogliono
dimostrare che Anderson Silva non ha cercato di barare, che sia forse
ignorante o impotente, ma pur sempre un atleta e una persona pulita.