Cain Velasquez affronterà nuovamente Fabrício Werdum per il titolo dei pesi massimi dell'UFC.
Junior dos Santos, Stipe Miocic e Andrei Arlovski dovranno aspettare.
Il titolo dei pesi massimi dell'UFC rimane una questione tra Fabrício Werdum e Cain Velasquez.
L'ha annunciato ieri il presidente dell'UFC Dana White a UFC Tonight. La data e il luogo non sono ancora stati stabiliti - si parla di un co-main event a UFC 194 il 12 dicembre - ma è ufficiale, Fabrício Werdum difenderà per la prima volta il titolo conquistato a UFC 188 in Messico contro Cain Velasquez.
Una rivincita che forse non molti si aspettavano, considerando come si era conclusa la prima sfida tra i due, vinta in maniera piuttosto decisiva dal brasiliano il 13 giugno scorso.
A Città del Messico infatti, dopo aver contenuto la furia iniziale di Velasquez nel primo round, Werdum iniziò a imporre il suo gioco e a tartassare il suo avversario tanto nel clinch come nello striking, finché nel terzo round riuscì a sottometterlo con una perfetta ghigliottina.
Già poche settimane dopo l'incontro, lo stesso Werdum aveva scartato l'ipotesi di una rivincita immediata con Cain Velasquez.
"Quando l'incontro è molto serrato, quando ci sono dei dubbi, o quando finisce subito, organizzi immediatamente una rivincita. Però ho fatto tutto quello che avevo programmato e l'ho preso in quella ghigliottina. La gente ha visto che non c'è bisogno di una rivincita."
Eppure l'UFC ha deciso altrimenti, forse considerando anche le attenuanti di colui che, fino a quell'inattesa sconfitta, era considerato il miglior peso massimo delle MMA dai tempi di Fedor Emelianenko.
Erano quindici mesi che Velasquez non metteva piede dentro l'Ottagono a causa di un infortunio e farlo a Città del Messico, a 2.250 metri di altitudine, non l'ha certo aiutato: già alla fine del primo round, Velasquez è apparso inusualmente molto affaticato, lui che è conosciuto come 'Cardio' Cain.
"C'è chi mi ha dimostrato di sbagliarmi con la mia teoria della ruggine all'Ottagono, ma il 99.9% delle volte, una pausa di quasi due anni ti dà ruggine dall'Ottagono," aveva commentato Dana White dopo l'incontro. "E dopo una pausa, ritorni a questa altitudine, è dura. È dura."
Ecco quindi che l'UFC gli ha concesso una seconda opportunità.
Senza perdere di vista naturalmente quel che è l'obbiettivo principale dell'UFC: fare soldi.
Il Messico (oltre 122 milioni di abitanti), paese tradizionalmente amante degli sport da combattimento, è un mercato fertile, ma ancora parzialmente inesplorato dall'UFC, principalmente a causa della mancanza di un Conor McGregor nazionale, per così dire.
Un Cain Velasquez campione dei pesi massimi quindi, seppur sia difficile immaginare avrà mai il potere mediatico dell'irlandese, è anche così in grado di attrarre un pubblico, nuovo, molto maggior di qualunque brasiliano o statunitense. Perché questi ultimi due paesi già sono ampiamente coinvolti nell'UFC e offrono meno spettatori "liberi" da conquistare.
Per cui è inevitabile che l'UFC punti molto su Cain Velasquez (ben più che su Fabrício Werdum), stia cercando di farne un eroe nazionale messicano, nonostante sia nato e vissuto sempre negli USA, e voglia vederlo con la cintura di campione intorno alla vita.