Un Nick Diaz inedito si racconta ai giornalisti dopo la sospensione di 5 anni inflittagli ieri dalla NAC.
Poco dopo essere uscito dalla sala d'udienza dove il Comitato Atletico del Nevada gli ha reso noto la decisione di sospenderlo per 5 anni, Nick Diaz si sfoga coi giornalisti e rivive uno dei momenti cruciali della sua vita, riapre vecchie ferite e racconta di una vita trascorsa con la guardia alta e il mento basso.
Ecco cosa ha detto a MMAFighting:
“Sono l’unico che ha dedicato la
sua vita a combattere. È per questo che nessuno degli altri dice mai
un ca**o. Sono troppo preoccupati per le loro famiglie e le loro
mogli e quel che pensano gli altri, quindi hanno troppo paura per
parlare. È per questo che ho dedicato la mia vita a combattere; è
per questo che mi distacco dagli altri e sempre l’ho fatto.
Qualunque altro lottatore ha una vita
al di fuori di questo. Io non ho mai avuto un altro lavoro. Non ho
mai studiato. Avrei potuto, ma ho fatto troppe volte a
botte alla scuola media."
"Mia madre e mio padre non mi hanno
insegnato altro che l’ABC. Mi hanno trasferito da una scuola
all’altra, mi davano dei farmaci e i compagni di scuola si prendevano gioco
di me perché quando facevo casino in classe gli insegnanti dicevano
sempre agli altri ragazzi che mi stavano dando dei farmaci ma che a volte non
li prendevo.
È orribile. Non puoi immaginare quel
che una cosa del genere ti fa. Volevo picchiare tutti in classe,
persino le ragazzine che mi dicevano cose come, ‘Cosa ti succede?
Non hai preso le medicine?’
Ho dovuto ricevere un permesso
inter-distrettuale per restare nella stessa scuola perché mi madre
ad un certo punto ha perso la casa e sono dovuto andare a vivere dai
miei nonni a Lodi.
Sai cosa vuol dire trasferirsi in una
scuola per ricchi a Lodi dopo essere stato in una scuola ghetto a Stockton con bambini neri e asiatici?
La prima media è stata la prima scuola ad imporre la divisa a ragazzi. Quando sono entrato nelle superiori non c'era nessuno come me là. Facevo a pugni coi ragazzi della scuola e mi hanno cacciato via."
"Avevo una ragazza bellissima e sapevo molto bene i vestiti che mi mettevo addosso, che non potevo permettermi niente di bello e che facevo sempre a botte perché il suo ex aveva un anno più di me ed era la mascotte della squadra di football, così il loro coach diceva loro che non andavo bene e loro mi venivano dietro.
Molti di loro prendevano steroidi, molti facevano parte di gang messicane, si facevano di metanfetamina e finivano accoltellati.
Prima che chiunque altro della mia classe avesse finito le superiori, io ero in una scuola di recupero, ma sono stato espulso anche da lì perché il mio amico Bart era in classe con me ed è scoppiata una rissa. L'insegnante ci ha dovuto separare e non ci ha più voluto a scuola. Allora ho provato a studiare a casa, ma non avrebbe mai funzionato. Ero così indietro che non ce l'avrei mai fatta e a quell'epoca mi allenavo per diventare un lottatore professionista."
"La mia ragazza lo sapeva ma ha iniziato ad uscire col mio amico Bart per farmi ingelosire. Lui aveva una pistola e nessuno di noi voleva farlo arrabbiare perché se la portava sempre in giro.
Prima del mio primo incontro come professionista, il 5 di luglio del 2000, Bart ha fatto una festa a casa sua. La notte precedente Stephanie mi aveva detto che mi amava. Dopo la festa, sarei dovuto andare a casa sua con suo fratello - era il mio migliore amico - ma alcuni miei amici non stavano bene e sono andati verso casa mia, per cui sono dovuto andare con loro.
Un'ora dopo ho ricevuto una telefonata da sua madre dicendomi, 'Sei con Stephanie?' È venuta subito a casa mia a prendermi; siamo andati verso Frontage Road, sull'autostrada 99, vicino alla casa di mia nonna, accanto al campeggio delle roulotte.
C'era un incidente sulla strada. Ho scavalcato la rete ed ho visto solo una macchina e le ambulanze.
Si era buttata sotto la macchina ed era morta in mezzo alla strada. La ragazza che amavo più di qualunque altra cosa aveva cercato di uccidersi per la terza volta e c'era riuscita.
Sarebbe andata all'università. Era un'avida studentessa e faceva tutto quello che io non potevo mentre vivevo nel parcheggio delle roulotte e tutti si drogavano."
"Nel frattempo, durante gli anni delle superiori io non facevo altro che preoccuparmi di cosa avrebbero pensato lei e i suoi amici se le avessi prese dal suo ex e dai suoi compagni di football. Ero sempre assente. Uscivo con la gente sbagliata per dimostrare che ero un lottatore e che avevo una persona importante nella mia vita per la quale ero disposto a combattere.
"Nel frattempo, durante gli anni delle superiori io non facevo altro che preoccuparmi di cosa avrebbero pensato lei e i suoi amici se le avessi prese dal suo ex e dai suoi compagni di football. Ero sempre assente. Uscivo con la gente sbagliata per dimostrare che ero un lottatore e che avevo una persona importante nella mia vita per la quale ero disposto a combattere.
Non sarei mai andato a scuola. Non avevo soldi, non avevo una macchina. Sarei andato a prenderla e l'avrei fermata."
"Dopo l'incidente, è cambiato tutto. Era tutto finito. Non ero più un ragazzino. Ho vinto il mio primo incontro nel primo round con uno strangolamento e tutto quello a cui riuscivo a pensare era lei, proprio come quando ero a scuola.
Facevo undici chilometri di corsa avanti e indietro fino alla sua lapide e le promettevo che sarei diventato un lottatore professionista come mi diceva lei, mi diceva che lo sapeva e che era orgogliosa di me."
"Questo ambiente e questa commissione hanno fatto di tutto per impedirmi di essere al posto in cui dovrei stare. È questo l'unico motivo per cui non mi trovo in quella posizione e non sono diventato il lottatore e l'uomo che so di poter essere.
Mi hanno sospeso per la terza volta. Per cinque fo***tissimi anni per qualcosa che rende il mondo un posto migliore.
Sono sempre stato così e non inizierò adesso ad essere una persona che non sono.
Onestamente, me ne sarei voluto andare via alla terza domanda. Ma non l'ho fatto e ora devo conviverci con questa scelta. Sono stati loro [i suoi avvocati] a consigliarmi di non farlo.
Mi sarei voluto alzare e dir loro in faccia quel che penso di loro. Non l'ho fatto e adesso devo conviverci."
"Io sono l'originale Conor McGregor. Sono il modello originale di Conor McGregor. Non sarebbe ciò che è se non fosse per me. Niente contro di lui. Sono io quello vero.
Non ho mai preso steroidi nella mia vita. Ho dovuto imparare a combattere nella vita reale e nel modo giusto. È per questo che sono il miglior lottatore del mondo.
Gente come Conor, che fanno più soldi di me capiscono come si fa e possono negoziare quel che vogliono nel loro contratto perché hanno un entourage, un agente e avvocati invece di un disonesto allenatore di jiu-jitsu, quale è stato il mio manager per quasi tutta la mia carriera eccetto per il mio ultimo incontro, quando ho trovato il giusto agente per me, da solo, e firmato con lui, nonostante non abbia neanche finito quella me**a della terza media."
"Alla fine comunque, sono solo arrabbiato perché adesso non potrò essere là per mio fratello, che combatterà fra non molto. È per colpa mia che fa MMA, che si fa prendere a calci in faccia e non lo pagano neanche.
È colpa mia se siamo dove siamo e se non posso guadagnare soldi, non ho alcun modo di tirarci fuori da qui."