Il presidente dell'UFC prende le distanze da Nick Diaz ma ammette: "Non conosco tutti i fatti"
Finora, Dana White non si è scucito molto sulla
pesantissima condanna inflitta settimana scorsa a Nick Diaz. Qualcosa però ha
dovuto lasciar trapelare quando, in Australia per un tour di promozione di UFC
193: Rousey vs Holm, si è concesso ad alcune domande dei tifosi e
inevitabilmente l’argomento è venuto a galla.
“È
scioccante quando senti dire, ‘Aspetta un attimo, è stato sospeso per 5 anni e
multato di 150.000$ per marijuana?’. Puoi anche tirarlo fuori dal contesto, ma
questa è la terza volta che lo beccano. È la terza volta e siamo onesti, Nick
Diaz non è esattamente uno che sta alle regole del gioco,” ha detto il
presidente dell’UFC. “Ascoltate, chiunque
vorrebbe spassarsela e fumare erba tutto il giorno e non stare alle regole del
gioco. Sarebbe bellissimo. Mi sembra un’idea fantastica, ma nel mondo reale non
puoi farlo, in particolare quando poi devi vedertela con la legge.”
In Australia con lui c’era anche Ronda Rousey,
che, al contrario di White, si era scagliata in difesa di Nick Diaz e contro la NAC.
Sorprendentemente tuttavia, questa volta è il
sempre burrascoso presidente dell’UFC a sforzarsi di mordere il freno.
“Quando
tutto questo è successo eravamo qui. Molta gente che mi conosce e conosce
l’ambiente, sa che sono sempre stato molto impulsivo. Ora sono un po’ più
vecchio e un po’ più saggio. Non mi limito a reagire a sangue caldo, voglio
prima conoscere tutti i fatti. Ora non conosco tutti i fatti.
Nick si è
anche trovato in una situazione in cui non pagava le tasse da molto tempo e
neanche quello puoi farlo. Non puoi limitarti a dire ‘Hey, fuma erba’. Non
conosco ancora tutti i fatti.”
Dice di non conoscere tutti e bisogna credergli.
Se dimostra infatti essere al corrente che è già la
terza volta in cui Nick Diaz viene sorpreso con un eccesso di metaboliti della
marijuana nell’urina, è anche evidente che non sembra essere a conoscenza di
alcuni dettagli fondamentali legati alla positività rilevata da quel test.
La notte dell’incontro con Anderson Silva, Diaz
non è stato sottoposto ad un esame antidoping, è stato sottoposto a tre nello
spazio di tre ore - uno prima e due dopo l’incontro – da due laboratori
differenti.
Il primo e il terzo prelievo dell’urina sono stati
effettuati dal laboratorio Sports Medicine Research and Testing Laboratory riconosciuto dalla WADA, la massima autorità a
livello mondiale per quel che riguarda la lotta all’antidoping, la più rigorosa
e severa. La WADA è la stessa agenzia che è responsabile per i controlli
antidoping dei giochi olimpici.
Il primo e il terzo test antidoping di Nick Diaz
sono risultati negativi – o forse sarebbe più corretto dire positivi, ma con
una concentrazione di metaboliti della marijuana dentro i limiti consentiti dal
regolamento.
Il secondo test è stato effettuato da Quest Diagnostics, un laboratorio non riconosciuto dalla WADA, incaricato dalla NAC di eseguire
ulteriori analisi.
Ed è proprio questo unico test ad essere risultato
positivo e ad aver portato alla condanna di Diaz.
Nonostante i risultati contrastanti, la NAC –
responsabile del processo antidoping – non ha ritenuto necessario effettuare
qualunque tipo di contro-analisi, né ha reso disponibile il campione
incriminato.
Come ben dice Dana White, è importante conoscere i
fatti prima di giudicare. In relazione al processo contro Diaz - e alla
marijuana in generale – sarebbe importante anche comprendere la mancanza di
alcuni fatti di cruciale importanza.
Forse ne sapremo di più in breve.
“Vi prometto
che mi sentirete parlare del caso Nick Diaz presto. Devo prima capire tutto
quel che è successo," ha concluso White.