Vitor Belfort rompe il silenzio sulla positività al test antidoping precedente l'incontro con Jon Jones del 2012.
Vitor Belfort ha finalmente deciso di rompere il silenzio sulla sua positività a test antidoping effettuati prima di UFC 152, nel 2012, quando si preparava a combattere contro Jon Jones.
La storia, rimasta nascosta per più di tre anni, è venuta finalmente a galla il 21 settembre scorso grazie ad uno scoop di Deadspin.com.
“Stavo iniziando il trattamento e avevo ricevuto l’approvazione del medico e dell’UFC,” ha detto Belfort a Inside MMA. “Ad un certo punto hanno bisogno di qualcuno disposto a combattere e mi sono offerto. Ho fatto vedere loro tutti i miei test, le mie analisi e uno è diventato pubblico. Hanno mostrato cose private, ma ad ogni modo era stato tutto approvato.
Non ho mai nascosto nulla a nessuno. Conoscete i giornalisti. Li ho sempre ricevuti in casa, li ricevo apertamente, parlo di tutto e non cerco mai di approfittarmene. Ho detto tutto quel che sapevo. Per quell’incontro ho ricevuto l’autorizzazione dell’UFC, della commissione: era tutto a posto.
Mi sono presentato senza allenamento per un incontro con Jon Jones. L’ho quasi sottomesso in quell’incontro.
A dire la verità, non so cosa dirvi. Questa è la verità. E quando hai a che fare con cose di questo tipo, devi sapere che c'è chi dirà una cosa e qualcuno dirà un'altra, ma la verità è la verità. Ho imparato dalla bibbia che la verità ti rende libero, ed eccomi qua. Non ho mai nascosto nulla.”
Non tutti la pensano così. Luke Rockhold, sconfitto da Vitor Belfort con un calcio in testa nel 2013, quando ancora usava la TRT (terapia sostitutiva del testosterone), ha recentemente dichiarato che il brasiliano è un lottatore sporco.
“Credo che gli giri ancora la testa per quel calcio. È l’unica spiegazione che posso immaginare. Non mi aspetto niente dai miei avversari, specialmente quando perdono trovano delle scuse; vogliono che ce ne sia una. Devono conviverci loro, non io.”
Da febbraio dell'anno scorso l’uso di TRT è stata abolito tra il consenso generale, ma non certo quello di Belfort. Fosse per lui continuerebbe ad utilizzarla.
“Non è stato facile, perché ho ancora bisogno del trattamento. Mi piacerebbe poter usare ancora il trattamento, ma ora è proibito. E sai una cosa? Ho una tazza in cui bevo il caffè tutti i giorni con scritto ‘è quel che è’.
La maggior parte delle persone vive nel passato e nel futuro, e tutto quello che è relazionato con il tuo passato e con il tuo futuro è la speranza, o qualcosa di cui ti penti. Il passato è pentimento, il futuro è speranza , il presente è fede, è azione. È così che io vivo. Vivo nella fede. Sono fiducioso, sono felice, la mia vita mi dà gioia, trovo pace in quel che faccio e correttezza nelle relazioni e nella mia vita, ogni giorno.”
Quando si parla di TRT si pensa subito a Vitor Belfort, eppure non è stato l’unico atleta a farne uso. Nella storia dell’UFC altri nomi noti ne hanno tratto vantaggio, come Dan Henderson, Chael Sonnen, Frank Mir e ‘Rampage’ Jackson, solo per citarne alcuni, tuttavia nessuno è stato bersagliato tanto quanto il ‘Fenomeno’.
“Non sento nessuno parlarne, ma dei 14 fighter che usavano la TRT nell’UFC, 12 erano americani. E non sento la stampa parlare molto di loro. E, chiaro, penso che il motivo per cui hanno sempre attaccato me è perché massacravo la nuova generazione. Questa è la loro scusa ed è per questo che ho perso. La TRT non ti insegna a dare calci in testa, calci in testa rotanti, come mettere la gente ko. Lo sai Bas [Rutten], conosci questo sport, hai combattuto contro i più forti della tua epoca. E quando combatti, lo sai, la gente perde un incontro e cerca delle scuse. Io non le ho mai cercate e non lo farò per i miei avversari. Io lavoro duramente.
Nessuno è perfetto: facciamo tutti errori. Ma la differenza è che le persone che vogliono fare strada nella vita non cercano scuse. Cerca un modo per avere successo, cerca una strada, vai, lavora duro. Non esiste altro modo. Lo spiego sempre ai miei figli: non c’è altro modo, lavora duro, lavora duro e sii sveglio; mettiti con la gente giusta, circondati delle persone giuste.”
Belfort ammette di aver commesso molti errori nella vita, ma che la verità non è quella che si legge sui giornali.
“Sono una persona normale, proprio come voi. Lavoro duro. E in questo ambiente ci sono i giornalisti, e i giornalisti a volte inventano storie. Dico sempre a mio figlio, ‘ogni storia ha tre lati: il lato di chi la scrive, l’altro, ciò di cui stai parlando, e quel che è successo veramente’.
Commettiamo tutti degli errori: io ho commesso i miei e tu hai commesso i tuoi. Ma sono convinto che la chiave sia la parola rispetto, la parola perdono, la parola amore.”
Il ‘Fenomeno’ affronterà Dan Henderson nel main event di UFC Fight Night 77, sabato prossimo a São Paulo, in Brasile.