George St-Pierre svela retroscena turbolenti alla fine dell'incontro con Johny Hendricks.
Assente dalle competizioni dal 16 novembre del 2013, George St-Pierre ha rivelato che la pessima reazione dell'UFC alla sua decisione di prendersi una pausa dai combattimenti ha influenzato notevolmente i suoi piani futuri.
"Ti dirò la verità. Se tutta questa storia dopo l'incontro non fosse successa, forse sarei già tornato e forse avrei anche dato la rivincita a Johny Hendricks," ha detto St-Pierre a 'You're Welcome', il podcast di Chael Sonnen.
Secondo quanto raccontato da St-Pierre, alla fine dell'incontro con Johny Hendricks, aveva appena finito di farsi dare dei punti dal medico e si preparava ad andare alla conferenza stampa, quando un dirigente dell'UFC gli disse che non era autorizzato a farlo.
"Mi sono reso conto che c'era qualcosa di strano solo quando mi hanno detto, 'non sei autorizzato a partecipare alla conferenza stampa'. Era molto strano: sono rimasto ad aspettare nello spogliatoio per molto tempo, era come se… era molto strano. Solo più tardi ho capito quel che stava succedendo."
Nel frattempo infatti, in sala stampa Dana White stava criticando aspramente la decisione di GSP.
"Non esiste una cosa come 'hey senti, mi prendo una pausa, me ne vado per due anni, mi assento per un po'," disse il presidente dell'UFC. "Lo devi ai tifosi, lo devi a quella cintura, lo devi all'UFC e devi a Johny Hendricks l'opportunità di combattere un'altra volta, a meno che ti ritiri. Qualunque diavolo di cosa stesse dicendo, non è così che funziona."
Poco dopo, nonostante la proibizione, St-Pierre si presentò comunque davanti ai microfoni dei giornalisti e, una volta conclusasi la conferenza, White lo invitò nel retro per chiacchierare in privato con lui e Lorenzo Fertitta. Quel che si dissero durante quell'inconsueta riunione l'ha svelato il campione canadese a The MMA Hour.
"Non dirò esattamente quel che ci siamo detti," ha spiegato. "Ma ero molto arrabbiato e ho detto un sacco di parolacce. Ero incavolato nero: non mi davano retta sui problemi nei test antidoping, non mi appoggiavano per quel che riguarda l'antidoping. Così ho chiesto perché non mi appoggiassero. Non capivo. Ho detto loro, 'dovete svegliarvi, perché c'è un sacco di gente che imbroglia o roba del genere, è una barzelletta. Praticamente li state proteggendo e non dovrebbe essere così'. Ero molto arrabbiato."
L'ex campione dei pesi welter ha poi racconto che l'UFC arrivò perfino a riprendersi, letteralmente, la sua cintura. Normalmente, alla fine di ogni incontro l'UFC consegna al campione una nuova cintura, permettendo così ai lottatori di conservare quella anteriore come ricordo del successo ottenuto.
"Non mi interessa la cintura: è un bel regalo. Ogni volta che ne vincevo una nuova, normalmente la regalavo alla gente che mi aveva aiutato. La prima che ho vinto l'ho data a mia madre; la seconda l'ho appesa in palestra; tutte le altre le ho dato a chi mi aveva aiutato. Si sono tenuti la cintura… ok, è solo materiale. L'importante è il ricordo che ne conservo, quello non possono togliermelo."
Da quando GSP se n'è andato, l'UFC ha introdotto una nuova politica antidoping, eppure lui è convinto che nel 2013, erano al corrente che molti fighter si dopavano, ma hanno preferito chiudere un occhio.
"Ora che mi guardo in dietro, so che ne erano consapevoli. Non sono stupido, so che è una questione di affari, spendi milioni di dollari per promuovere un incontro, per cui c'è molto denaro in ballo. Non conviene loro avere i migliori controlli antidoping possibili, perché perdono denaro se l'incontro viene cancellato. Quindi gliel'ho detto, potrebbe volerci un anno, perderai un sacco di soldi per un anno perché molte delle tue stelle, molti fighter risulteranno positivi e potrebbero rovinare l'immagine di questo sport. Ma dopo un anno, tutto tornerà a posto."