martedì 11 agosto 2015

PEDERNEIRAS ENTRA DURO SU SCHAUB: “SI SCIACQUI LA BOCCA”

Il manager di Aldo e Barão scrive una lettera aperta in cui risponde senza peli sulla lingua alle accuse di Brendan Schaub.









PROLOGO:

04.08.2015 - Durante il programma The Fighter and the Kid, i due presentatori, Brendan Schaub e Bryan Callen stavano parlando della vittoria di Pat Cummins contro Rafael ‘Feijão’ Cavalcante a UFC 190, quando il lottatore peso massimo dell’UFC ha deciso di aprire una parentesi (a partire da 46:05 nel video).


Schaub: Hey, rapidamente. La butto lì. Potere dire quel che volete. Voglio dire, sì, Demian Maia se l'è cavata bene, ma dal...potrei ricevere delle critiche per questo, ma non importa. Da quando è stato introdotto il nuovo protocollo antidoping, nessuno ha notato che i brasiliani non se la stanno cavando molto bene?
Mai fatto caso che i buon vecchi sudamericani non sono così pimpanti coi nuovi test antidoping?

Callen: Brendan, stai dicendo che i brasiliani si dopano?

Schaub: Sto solo dicendo. Le discipline di arti marziali in Brasile sono Muay Thai, Jiu Jitsu, steroidi e boxe. Sto solo dicendo. È strano, è strano.

Callen: Brendan, cerca di essere giusto nelle tue critiche.

Schaub: Okay, dimmi un brasiliano che sta facendo bene in questo momento da quando sono iniziati i nuovi test antidoping, a parte Demian Maia.

Callen: Demian Maia. E...altri.

Schaub: È per questo che penso che Conor McGregor batterà Aldo. Esattamente per questo motivo.

Callen: Stai dicendo che un campionissimo come José Aldo...

Schaub: No. Sto solo dicendo che è molto sospetto. Guarda Renan Barão. Non mi è sembrato molto in forma.




IERI:

André Pederneiras, allenatore e manager di molti lottatori di MMA brasiliani, tra cui Renan Barão e José Aldo Jr., non ha mandato giù le poco velate accuse proferite da Schaub ed ha deciso di scrivere una lettera aperta a Combate, il principale sito internet brasiliano dedicato alle Arti Marziali Miste.

Accusare i miei atleti di doparsi è come minimo un questione di invidia per i loro risultati, risultati che mai abbiamo visto e mai vedremo nella sua carriera, Sig. Schaub. Non cerchi di sporcare la carriera di persone pulite e che lavorano duramente da tutta la vita, non abbiamo colpa del suo fracasso come lottatore e atleta. Le chiedo di limitarsi alla pochezza che è in questo sport. Quando menziona un brasiliano del mio team, si sciacqui la bocca, perché né il nome del mio paese, né quello dei miei atleti dovrebbero uscire dalla bocca di una persona mediocre come lei.”

Ritengo offensivo parlare del popolo brasiliano e sudamericano, dato che il doping vale per tutti, non solo per i brasiliani. Quel che le sue dichiarazioni fanno pensare è che nessun atleta di un altro paese è stato beccato nel doping, solamente brasiliani. E se oggi alcuni atleti brasiliani venissero beccati, sicuramente non è qui che hanno imparato a farlo.”

Accusare gli altri e, principalmente, vari lottatori senza alcun fondamento può sembrare ad alcuni un pregiudizio. Per me è solo una conferma del successo dei brasiliani. A pensarci bene, è veramente incredibile quel che noi brasiliani siamo riusciti a fare: non ci alleniamo fin da bambini; non abbiamo un’alimentazione adeguata nel periodo infantile, che come tutti sanno, è la più importante; non abbiamo supplementi adeguati perché non riusciamo a comprarli a causa del prezzo elevato con cui arrivano in Brasile; abbiamo molti meno investitori che puntano sullo sport e, anche così, partecipiamo nel maggior evento del mondo e lottiamo alla pari con atleti qualunque altro paese e la maggior parte delle volte vinciamo. Nonostante siamo considerati un paese del terzo mondo, invece di insultarci, lei deve rispettarci, perché se lei oggi guadagna denaro in questo sport, deve ringraziare il mio paese e gli atleti brasiliani, gli inventori di questo sport.”

Dopo questa accusa superficiale e senza fondamento, rinforzo la mia richiesta all’UFC, Dana White e Lorenzo Fertitta affinché, durante i tre mesi anteriori all’incontro, Aldo e McGregor vengano testati almeno tre volte la settimana, sangue e urina. Io stesso mi farò carico di tutti i costi extra che ciò possa comportare. Di fronte a una tale situazione, non vedo come questo non possa succedere per questo incontro.”

IL MIO NOME È ANDRÉ PEDERNEIRAS, SONO BRASILIANO CON MOLTO ONORE. L’UNICA COSA CHE CHIEDO A TUTTI GLI ATLETI DELLE MMA È CHE RISPETTINO IL MIO PAESE, PERCHÉ SE OGGI QUESTO SPORT ESISTE, ESISTE PERCHÉ SIAMO STATI NOI BRASILIANI A CREARLO!”