Organizzare un'immediata rivincita tra Ronda Rousey e Holly Holm è la scelta giusta per l'UFC?
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Non è ancora trascorsa una settimana dal terremoto avvenuto sabato notte in Australia, con l’inattesa caduta di Ronda Rousey davanti al pubblico più numeroso nella storia dell’UFC, ma non è mai troppo presto per pensare al futuro.
Così, incalzato dai giornalisti durante la conferenza stampa del dopo-incontro di UFC 193, Dana White ha dichiarato - pur senza promettere nulla - che una rivincita immediata tra Ronda Rousey e la nuova campionessa dei pesi gallo Holly Holm "ha assolutamente senso: è quello che la gente vuole vedere."
"Credo che una rivincita abbia senso, certamente," ha confermato Holly Holm, seduta al suo fianco. "Sono già stata dalla parte della perdente e volevo la rivincita, volevo vendicare la sconfitta. Con una campionessa come Ronda, con tutto ciò che ha fatto, assolutamente sì, merita una rivincita."
Non c'è dubbio che Ronda Rousey meriti di combattere per il titolo più di qualunque altra atleta, perché, nonostante la lezione presa dalla Holm, si è sbarazzata del resto della concorrenza con una disarmante facilità. Non solo, non fosse per lei forse non esisterebbe nemmeno una divisione femminile nell'UFC, tanto pesi gallo come pesi paglia; niente Holly Holm nell’UFC, nessuna Joanna ‘Champion’ o Paige VanZant. Senza Ronda Rousey non riempivi nessuno stadio in Australia e non sperare di riempirne uno tanto presto senza di lei. Ronda Rousey era molto di più che la campionessa dei pesi gallo, era il pezzo pregiato nella vetrina dell’UFC. Ronda Rousey merita molto più di una semplice rivincita, si merita di non essere costretta a farlo, si merita di essere lasciata in pace per qualche tempo. Ne avrà bisogno.
Certo, deve riposare come ha detto il suo allenatore Tarverdyan, ma non è questo il motivo per cui ha bisogno di tempo. Ne ha bisogno per migliorare, per allenarsi e colmare almeno in parte le lacune messe in risalto con maestria dalla Holm.
L'incontro di sabato ha ricordato molto quello tra TJ Dillashaw e Renan Barão dell'anno scorso, il primo tra i due, a UFC 173, quando TJ sorprese tutti e sconfisse il brasiliano, realizzando così quel che era stato impossibile per chiunque altro nei dieci anni precedenti. Quella notte l'americano dimostrò, proprio come Holly Holm sabato, di aver trovato la chiave per scardinare il gioco di Barão. Proprio come la Rousey, l'ex campione dei pesi gallo è sembrato impotente difronte al suo avversario.
Nessun dubbio che Barão meritasse più di chiunque altro di affrontare nuovamente Dillashaw - Dominick Cruz era, manco a dirlo, infortunato - ma pochissimi erano interessati a vedere quell’incontro. Perché? Perché tutti sapevano come sarebbe andata a finire: TJ avrebbe vinto di nuovo.
E così è stato. Poco più di anno dopo, a UFC on FOX 16, ancora più facilmente di quanto non avesse fatto la prima volta.
Ronda Rousey si trova in una situazione del tutto simile. Dovesse affrontare nuovamente domani, o nei prossimi sei mesi Holly Holm, con tutta probabilità perderebbe ancora. Potrebbe anche vincere naturalmente, qualità e armi a disposizione certo non le mancano, come non sono mancate a Junior dos Santos quando mise ko Cain Velasquez nel 2011. Considerando tuttavia la facilità con la quale 'La Figlia del Predicatore' ha esposto alcune profonde lacune nel gioco della sua avversaria, è verosimile aspettarsi che quest'ultima vincerà nuovamente. E dubito sia questo che l’UFC voglia.
Dovesse essere sconfitta di nuovo dalla Holm come Barão è stato sconfitto da Dillashaw, Ronda sparirebbe com’è sparito il brasiliano, se non dall’Ottagono, dal cuore dei tifosi, dalle luci della ribalta. La sua stella morirebbe e l’obiettivo dell’UFC non è uccidere le sue stelle, è farle nascere e crescere.
Come scrissi non molto tempo fa, l’UFC commette senz’altro errori, ma non ha la tendenza a ripeterli e ha qui un'altra occasione per dimostrarlo. In attesa del rientro di Ronda Rousey le alternative non le mancherebbero di certo. Con Holly Holm, Miesha Tate, Cat Zingano, Amanda Nunes e naturalmente Cris Cyborg dentro l’Ottagono, un anno passa rapidamente, anche di più se fosse necessario. Anzi, l’assenza prolungata della Rousey potrebbe rivelarsi un’occasione unica: l’opportunità di far nascere una nuova stella. A somiglianza di quanto successo nella categoria dei pesi mediomassimi, dove la lontananza forzata di Jon Jones ha rivitalizzato l’intera divisione e permesso l’esplosione di Daniel Cormier. Dai tempo alla stella di Ronda Rousey di recuperare fulgore e potresti ritrovartene due in mano invece di una annerita e una manciata di tizzoni ardenti.
Non sarà facile. La sfida che Ronda si trova di fronte è ardua. Come Renan Barão e Junior dos Santos hanno dimostrato, quando il tuo avversario trova l'antidoto al veleno su cui hai costruito la carriera, inventarsene un altro, o anche solo alterarlo è un'impresa titanica. Ma se esiste qualcuno nel mondo delle MMA capace di sfidare qualunque logica e conquistare ciò che nessuno immaginava fosse raggiungibile, quella persona forse è proprio Ronda Rousey.