Il campione dei pesi gallo si gode il ritorno al vertice, ma il piede preoccupa: "credo d’essermi strappato il tendine."
"È strano. Non riesco a descriverlo," ha detto Cruz intervistato dietro le quinte da Megan Olivi, poco dopo aver sconfitto TJ Dillashaw nel main event di UFC Fight Night 81, svoltosi ieri notte a Boston.
Dev'essere così che ci si sente quando, dopo quasi 4 anni di assenza, si ritorna e si vince subito un titolo mondiale.
“Cosa mi ha portato alla vittoria? Ho lasciato che fosse il mio istinto a guidarmi. Ho il vizio di pensare troppo, allora Eric Del Fierro, il mio coach, Miguel, i miei compagni d’allenamento, mi hanno tutti aiutato a spegnere il cervello: è un po’ come se l’avessi lasciato nelle loro mani. Ho lasciato che fossero il mio avversario, ho lasciato che agissero come se stessi lasciando loro muoversi e una volta che l’ho mentalizzato e processato, lascio che siano le mie reazioni e il mio istinto a guidarmi. E quando faccio così sono al massimo di me stesso entro in una sorta di trance, e quando sono in trance diventa difficile battermi, diventa difficile colpirmi o prendermi e entro in ritmo.”
Una incontro molto equilibrato e ottenuto col minimo margine, per decisione non unanime. Situazioni in cui i dettagli possono fare la differenza, come i 4 takedown messi a segno.
“Sì, sicuramente. La questione è che in questo sport tutti si prendono pugni, prendono colpi: qualcuno lo prendi, qualcuno lo dai. Cerchi sempre di essere dalla parte giusta di quei pugni e quei calci, ma, se non ci riesci, devi assicurarti di aggiungere un altro elemento nel gioco: takedown, tentativi di sottomissione, posizioni di controllo. E così ho sfruttato al meglio questi elementi per ottenere quel qualcosa in più.”
Dillashaw come lo stesso Cruz, possiede uno stile considerato da molti originale, unico. 'The Domin8r' tuttavia non è dello stesso parere.
“Non mi ha sorpreso. Ha molto merito: so che è migliorato, so che ha adottato parecchi dei miei fondamentali per diventare campione, per migliorare e ha aggiunto nuovi fattori, ma te lo giuro, non è niente che non abbia mai visto prima. Ho visto uno stile come il suo in Joseph Benavidez, l’ho detto in tutte le mie interviste; ho visto uno stile come il suo in [Urijah] Faber; ho visto uno stile come il suo in Demetrious Johnson; ho visto il suo wrestling in Scott Jorgensen. Negli avversari contro cui ho combattuto ho visto ogni livello di ogni aspetto delle MMA e questo mi ha permesso di diventare il campione che sono; e siccome sono già passato per quelle cose, ogni volta che affronto uno di loro, non è mai così forte come uno degli altri in uno di quegli aspetti. Riesco sempre a sentirlo.”
Cruz ha sempre fatto della sua resistenza fisica una delle sue migliori armi, eppure già durante il primo round lo si è visto prendere respiri profondi, come stesse patendo l'adrenalina dopo tanto tempo lontano dall'Ottagono.
“No, per niente. Se ci fai caso, in tutti i miei incontri respiro sempre a fondo. È una cosa che mi costringo a fare. Faccio sempre così [imita un respiro profondo]: mi aiuta. Quando lo faccio è come se premessi il pulsante del reset: a quel punto i miei polmoni sono pieni d’ossigeno, i miei muscoli sono pieni d’ossigeno ed è il momento di entrare in azione.”
Cruz ha concluso l'incontro zoppicando vistosamente. Si pensava ciò fosse dovuto ai numerosi calci sferrati da Dillashaw, ma non è così. Il motivo secondo Cruz è un altro, e non è niente di buono.
“Sto cercando di non parlarne, ma la gente continua a farmi domande quindi, sì, o una fascite plantare al piede sinistro. È una cosa che molti atleti e corridori hanno ed è estremamente dolorosa. Ho fatto tutto il camp con quest’infiammazione. Si vede in molte fotografie che calzo una sola scarpa; non mi hanno permesso di fasciarlo [è proibito]; non riuscivo ad appoggiarmi sul piede e credo d’essermi forse strappato il tendine sotto il piede. Non l’ho sentito fino al 5º round, quando ho sentito ‘pop’ e a quel punto il dolore… non soffro molto il dolore, ma quello… Non sono stati i calci. Voglio dire, è ovvio che non fanno piacere, però non è stato quello che mi ha fatto zoppicare: so incassarli. È stato il piede: mi fa un male boia.”
Dopo l’incontro, Cruz si è incrociato dietro le quinte con Urijah Faber, possibilmente il suo prossimo avversario. Tra i due non è mai corso buon sangue e sembra che stavolta non sia andata diversamente.
“Non ho alcun problema ad affrontarlo, perché non ci piacciamo. Il fatto è che è così arrogante. Non ha mai niente di buono da dire: ‘bell’incontro. Finalmente sei riuscito a vincere un incontro ricco’. È questo che mi ha detto per fare il simpatico. Mamma mia, sei proprio un idiota. Hai appena faticato con un top 15, per 3 round. Io ho fatto 5 round con quel che chiamavano il campione del mondo, tra i primi 5 lottatori al mondo pound-for-pound, dopo essere stato fuori per 4 anni, dietro una scrivania con DC, Kenny Florian e Brian Stann: perché non scendi coi piedi per terra, smetti di montarti la testa e ti dai una calmata? E non rivolgermi la parola, perché non mi sei simpatico e io non ti sono simpatico, stammi lontano. E perché dovrebbe meritarsi di combattere contro di me? Perché sono io che lo accetto.
TJ è più forte di lui; penso che TJ se lo fumi Faber. Ho combattuto contro entrambi e penso che TJ riempirebbe di botte Faber; penso che Demetrious Johnson se li fumerebbe entrambi. Guardo a tutti gli avversari che ho affrontato; guardo a tutte le categorie; guardo ai 61 kg, ci sono molti nuovi in arrivo, ma il motivo per cui Faber è ancora lì è perché vale qualcosa a livello di marketing. Ha avuto 7 opportunità di vincere il titolo e non c’è riuscito neanche una volta: cosa ti fa credere ci riuscirà mai?”