Ronda Rousey racconta il momento più nero della sua carriera, ma rilancia: "voglio combattere con Holly, batterla e sistemare tutto."
L'ex campionessa dei pesi gallo dell'UFC Ronda Rousey, ospite a 'The Ellen DeGeneres Show' è tornata sulla cocente sconfitta subita contro Holly Holm a UFC 193. Tra lacrime e sorrisi, un'intervista che mostra il lato umano e fragile dietro la fighter spietata e fredda, che ne mette a nudo le ferite, le insicurezze e la ferrea caparbietà.
La stanchezza
"Penso che l'unica cosa di diverso è che era la mia terza difesa del titolo in 9 mesi, e non credo nessuno mai abbia provato a farlo prima," ha spiegato Ronda a Ellen DeGeneres. "Non sto cercando scuse, figuriamoci, ho già combattuto in condizioni peggiori. Penso che la differenza che ho sentito è che ero stanca, ma nient'altro. Mi sono già sentita anche più stanca."
Lo smarrimento
"Mi ha colpito nel primo scambio. Mi ha messo ko, in piedi, la prima volta che mi ha colpito. È difficile capire esattamente cosa stia succedendo in una situazione simile. Con quel primo colpo mi ha aperto la bocca e mosso i denti. Sai, i fighter combattono per 5 round di 5 minuti, se le danno in continuazione e niente di tutto ciò succede mai. Era destino che andasse così.
Era strano: non avevo la percezione… era come se non riuscissi a vedere. Potevo vedere ma non ero in grado capire la distanza che c'era tra le mie mani e la mia faccia, o tra me e lei. Tiravo alla cieca. Sapevo che era davanti a me, ma… non ricordo davvero la maggior parte dell'incontro.
Ti rendi conto che non puoi mostrare di essere in difficoltà, perché se qualcuno lo capisce ti viene addosso. Così ho fatto del mio meglio per nascondere il fatto che non ero neanche più presente."
Quel che smette di funzionare
"Non è una questione di dolore. È quel che smette di funzionare. Tipo il mio cervello che smette di funzionare a dovere e i miei denti. Mi ci è voluto probabilmente fino al mattino dopo perché il mio cervello tornasse a funzionare come dev'essere."
Della morte e dell'amore
"Ero nella stanza dell'ospedale, seduta in un angolo e pensavo 'cosa sono ora se non questo?' Ero letteralmente seduta lì a pensare al suicidio," ha confessato tra le lacrime. "E in quell'esatto momento mi sono detta, 'non valgo niente. Cosa posso fare ora? Nessuno vuol saperne più di me dopo questo'.
Per essere onesta, ho alzato gli occhi e ho visto il mio uomo, Travis. Era là in piedi. L'ho guardato e pensavo, 'ho bisogno di avere figli con lui; ho bisogno di sentirmi viva'. Non so se ce l'avrei mai fatta senza di lui."
"Essere sconfitti è una scelta"
"C'ho pensato un sacco. Mi chiedevo, 'perché dev'essere così? Perché deve succedere in questo modo?'. Perché sono convinta che tutte le cose migliori vengano dalle cose peggiori. Le esperienze più brutte della mia vita si sono trasformate nelle cose migliori. E cercavo di capire qual è il motivo dietro tutto ciò, qual è il mio destino. Perché a volte, vincere sempre non è la cosa migliore per chiunque. Pensavo che forse il mio ruolo è… tutti passano per un momento in cui devono alzarsi da terra, e a me è successo parecchie volte, ma nessuno mi ha mai visto oltrepassare quei momenti. Forse potrei essere quell'esempio: alzarmi da terra per tutti. Forse è questo il mio destino. E sono davvero convinta di essere ancora imbattuta, perché essere sconfitti è una scelta. Chiunque subisce sconfitte nella sua vita, ma io ho scelto di non darmi mai per vinta."
Ritorno al passato
"Ovviamente voglio combattere con Holly, batterla e sistemare tutto."