giovedì 18 febbraio 2016

Wanderlei Silva sospeso per 3 anni

Annullata la sospensione a vita, Wanderlei Silva potrà tornare a combattere a maggio dell'anno prossimo.







Si è finalmente concluso dopo quasi 2 anni il processo a Wanderlei Silva.
A settembre del 2014, il brasiliano ex PRIDE e UFC era stato squalificato a vita dalla Commissione Atletica del Nevada per essere fuggito a un controllo antidoping nel maggio dello stesso anno. Ora, dopo la revisione del caso, la pena è stata ridotta a 3 anni, retroattivi a maggio 2014, e la multa di 70.000$ stracciata. Tradotto: Silva (35-12-1, 1 NC), 39 anni, potrà tornare a combattere l'anno prossimo - o volare a Rizin in Giappone, dove le decisioni della NAC non hanno effetto.

Va così in archivio un altro processo tutt'altro che limpido e cristallino condotto dalla NAC. Dopo l'affare Nick Diaz infatti (ma anche la scappatella Jon Jones), la Commissione del Nevada ancora una volta è forzata a tornare sui suoi passi e rimediare a errori processuali, sviste e abusi di potere.
Il riassunto della storia:

  • Maggio 2014 - Silva fugge a un test antidoping a sorpresa della NAC - 'The Axe Murderer' in seguito ammetterà essere scappato poiché aveva preso diuretici (proibiti) per curare un'infiammazione a un polso fratturato e sapeva quindi che sarebbe risultato positivo.
  • Settembre 2014 - la NAC lo sospende a vita e infligge una multa di 70.000$
  • Maggio 2015 - il tribunale distrettuale del Nevada stabilisce che la sospensione a vita inflitta dalla NAC  è un abuso di potere, "un'eccesso d'autorità regolamentare."
  • Ottobre 2015 - la NAC rinvia l'udienza d'appello.
  • Novembre 2015 - la NAC rinvia l'udienza d'appello.
  • Dicembre 2015 - la NAC rinvia l'udienza d'appello.
  • Gennaio 2015 - i legali di Silva accusano la NAC di violare il diritto al giusto processo a Wanderlei Silva continuando a negargli l'udienza d'appello.
  • Febbraio 2015 - la NAC riduce la pena a 3 anni e revoca la multa.

Manca tuttavia un dettaglio cruciale a questo resoconto. Wanderlei Silva, all'epoca del controllo antidoping era senza licenza (nel Nevada è la stessa NAC che le emette). Un fighter, per essere legalmente considerato tale, deve possedere una licenza di combattere. Senza non è un fighter, è un cittadino qualunque e 1) ha il diritto di consumare qualunque sostanza che sia considerata legale, come diuretici o altri prodotti, proibiti a chi combatte, ma perfettamente legali nella vita quotidiana; 2) non è soggetto a test antidoping, come chiunque di noi.

"È chiaro in abbondanza che non compete alla NSAC prendere provvedimenti disciplinari nei confronti del Sig. Silva, sprovvisto di licenza, per non essersi sottoposto a test che la NSAC non aveva alcun diritto di svolgere," scrisse in una mozione del 15 agosto scorso Ross Goodman, avvocato di Wanderlei Silva. "Solo il titolare di una licenza della NSAC può violare il regolamento NAC 467.850 (1), (2) e (5), in cui si legge che 'un titolare di licenza che viola qualsiasi disposizione di questa sezione è soggetto ad azioni disciplinari della Commissione'."

I legali di Silva hanno costantemente sollevato la questione durante i due anni del processo. Invano. La NAC è una commissione autoregolamentata e possiede quindi l'autorità di fare, disfare e interpretare il regolamento da loro stessi stabilito.

Un furbacchione giudicato da incompetenti.