Javier Mendez, Città del Messico, pochi giorni prima di UFC 188: Werdum vs Velasquez – "Ho
detto a Cain che avevamo bisogno di venire prima per abituarci all’altitudine.
Mi ha detto di no. Si è già allenato prima qui e sa che va bene così. Ho
continuato ad insistere finché ha ceduto: ‘Ok, ci vado due settimane prima’. Ha
funzionato benissimo. È in ottima, ottima forma."
Sabato 13 giugno. 2:10 del terzo round – Uno
stravolto e irriconoscibile Cain Velasquez viene sottomesso dal nuovo campione
dei pesi massimi dell’UFC: Fabrício ‘Vai Cavalo’ Werdum.
Sono passati più di due mesi da quel giorno,
eppure l’allenatore di Velasquez non riesce a scacciare dalla mente il ricordo
di quelle parole, dell’ingenua illusione di avere tutto sotto controllo, tutto
pronto per i 2.250 metri di Città del Messico.
"Ho
fatto una cavolata," ha detto Mendez a Talking Brawls. "Ho fatto una cavolata l'ultima volta.
In fin dei conti è mia la responsabilità di preparare i miei lottatori nel modo
migliore possibile e quella notte non l'ho fatto. Ho fallito. Ho fallito nel
mio lavoro.
Nonostante
Cain dica sia sua la colpa, non lo è. La colpa è mia. Era mia responsabilità
occuparmi dell'altitudine e tutto il resto. Ho fatto una cavolata e non commetterò
lo stesso errore un'altra volta.
Fabrício è
un lottatore molto, molto bravo e non puoi fare certi errori. Si è chiaramente
visto. Loro non hanno commesso errori e noi un sacco."
Secondo Mendez, non bisogna andare molto lontano
per trovare la causa di questa inattesa, cocente sconfitta: l’altitudine.
"Per
me, 100%, è la ragione principale. Era il miglior Cain che abbia mai avuto. Era
sano al 100%. Era in formissima. Faceva sparring con chiunque senza problemi.
Nessun infortunio, niente. Invece va là e sembra il peggior Cain di sempre. Non
riesco a spiegarmelo.
Quando è
iniziato l'incontro, un minuto dopo, quando trascina Werdum al tappeto, si
rialza e noto che respira piuttosto pesantemente e mi dico, 'Oh ca**o'. In quel
momento ho capito che c'era qualcosa che non andava. Mi sono detto, 'Mio dio',
non gli era mai successo prima d’ora. Ero molto preoccupato durante l’incontro,
era costantemente in difficoltà. Niente di quel che facevamo stava funzionando.
Le gambe non lo reggevano più. Era come se Fabrício fosse superman, ‘Colpiscimi
con tutto quello che hai, non mi fai male’.
Mi è
sembrato che fosse esattamente così. Non c’era nulla che avremmo potuto fare
per vincere quella notte. Era solo una questione di tempo prima che Fabrício
portasse a casa la cintura quella notte. Complimenti a lui. L’hanno preparata
bene. Non si tratta nient’altro che di questo nel mondo dei combattimenti: devi
farti trovare preparato. Lui ha fatto il suo dovere. I suoi allenatori hanno
fatto il loro dovere. Io no.”
Nonostante la sconfitta a senso unico, l’UFC ha
concesso a Velasquez un’immediata rivincita. Ancora non è stato deciso né dove
né quando, ma sarà probabilmente a gennaio 2016.
Mendes ad ogni modo non sembra minimamente
preoccupato: sa cosa non ha funzionato e sa anche che lo stesso non accadrà una
seconda volta.
"Dobbiamo
solo farci trovare in forma. Dobbiamo prepararci come abbiamo fatto l’ultima
volta. Combattiamo in un altro posto stavolta. L’incontro mostrerà il resto.
Vedremo chi avrà fatto i compiti a casa quella notte. A mio parere, non
dobbiamo fare niente di più di ciò che abbiamo fatto l’ultima volta. L’unica
differenza è stato l’allenamento ad alta quota. Lì abbiamo fatto una grande
cavolata, ma non succederà nel secondo incontro perché non credo che lotteremo
in Messico o ad alta quota. Andrà tutto bene. Faremo le stesso cose che abbiamo
sempre fatto.”