lunedì 14 dicembre 2015

Luke Rockhold: "Non vedo nessuno al mio livello"

Il nuovo campione dei pesi medi, guarda oltre Chris Weidman. Vuole "Vitor Belfort, su un piatto d’argento."









“Lo dico da molto tempo: sono convinto d’essere il migliore in questo sport da molto tempo. La gente vuole sminuire i risultati che ho ottenuto a Strikeforce, quel che ho fatto… ho portato il mio gioco su un altro livello. L’avevo detto l’altra sera, so che sarei venuto, avrei fatto una bella prestazione e raggiunto il mio obiettivo, indipendentemente da quel che avrei dovuto affrontare durante l’incontro.”

Sono state queste le prime parole di Luke Rockhold nella conferenza stampa del dopo-incontri di UFC 194.
Il nuovo campione dei pesi medi, dopo la straordinaria vittoria contro Chris Weidman nel co-main event di UFC 194, ha il morale comprensibilmente alle stelle, ma non dimentica che molto del merito del suo successo va ai suoi compagni di squadra dell'AKA (American Kickboxing Academy): Daniel Cormier e Cain Velasquez.

“Riesci a essere così bravo solo se sei il re della giungla. Io sono teso tutte le volte che vado ad allenarmi: mi tocca fare sparring con Cain, con Cormier e se non mi concentro al massimo mi riempiono di botte. Perciò devo dare tutto e migliorare ogni volta che metto piede in palestra. E gli altri fanno lo stesso. Ci spingiamo l’un l’altro da tantissimo tempo e questa è la ragione per cui siamo dove siamo. Devi circondarti della miglior gente possibile, è così che funziona. Quindi ringrazio il mio team, penso siamo il miglior team del mondo. Cain si riprenderà la cintura e a quel punto le avremo tutte.”

Rockhold si sofferma poi su Daniel Cormier, suo amico e compagno d'allenamenti.

“Ne abbiamo passate di tutti i colori insieme. A vivere nel garage, nella trattoria di Bob, a giocare ai videogiochi seduti sul pavimento… la strada è stata lunga… non è sempre rose e fiori, ma è incredibile, non trovo le parole, cosa si sente… dal nulla fino alla vetta è una cosa straordinaria. È tutto oro adesso,” dice accarezzando la cintura dell’UFC davanti a se.

Contro Weidman è stata certamente dura. Più dura del previsto ha svelato Rockhold: 15 giorni prima dell'incontro ha contratto un'infiammazione al piede e durante le due settimane successive ha dovuto prendere antibiotici. L'effetto delle medicine si è fatto sentire sul suo corpo e già a fine primo round era a corto di fiato.

“Ero esausto. Non mi era mai capitato prima in vita mia di essere così esausto. Ho preso antibiotici durante le ultime due settimane. Ho smesso di prenderli oggi, perché era il giorno dell’incontro. Il mio piede ha iniziato a gonfiarsi un po’, in particolare al controllo del peso: quel giorno non li avevo presi e il piede ha iniziato a gonfiarsi e poi a tirare ieri notte [venerdì]. Mi è venuta un’infezione e ti prosciuga il corpo. Lo senti parecchio. Ho dovuto stringere i denti e farcela in qualche modo. Sapevo che avrei dovuto sbrigarmi, prima di risentirne. Sfortunatamente non è successo così rapidamente e quindi ho dovuto stringere i denti. È duro: mi ha succhiato le energie dal corpo, per cui sono contento di avercela fatta, ma mi aspetto di fare meglio la prossima volta. Avrei potuto chiuderla,” ha aggiunto riferendosi al tentativo di ghigliottina nel primo round. “Però mi avrebbe richiesto un grande sforzo e ero così concentrato a rilassarmi e a conservare le energie, perché sapevo che con gli antibiotici e l’infezione e tutto il resto... per cui non avevo intenzione di spomparmi. Era la mia preoccupazione principale: non contrastare il wrestling, lasciarlo fluire, ribaltare le posizioni e non spomparmi, perché sapevo non mi sarebbe avanzato niente per il resto dell’incontro. Quindi non ho fatto altro che mantenere la posizione nella ghigliottina, rilassarmi, Chris non stava avanzando per cui ero contento di restare dov’ero. Avrei voluto avere più energia, ma la prossima volta andrà meglio, senza dubbio.”

La prossima volta. Contro chi?
Se lo chiedete a lui, gli appare un sorriso sulle labbra: ha un conto in sospeso con qualcuno ed è giunto il momento di risolverlo.

“Cosa mi piacerebbe? Vitor Belfort, su un piatto d’argento. Devo rimediare alla sconfitta."